TERAPIA PSICOLOGICA DEI BAMBINI…UN TERAPEUTA-GENITORE E LE SUE DIFFICOLTA’

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TERAPIA PSICOLOGICA DEI BAMBINI…UN TERAPEUTA-GENITORE E LE SUE DIFFICOLTA’

…e poi arriva in studio quel bambino, che riflette esattamente le tue difficoltà di genitore e tu vieni pervaso da una sensazione di empatia fortissima, che ti fa però anche molto soffrire.

La chiave per sostenere il benessere di qualcuno che sostiene le tue stesse richieste d’aiuto, che si pone le tue stesse domande, è proprio entrare in questa relazione senza lasciare queste sensazioni fuori dalla porta.

Non è vero che un terapeuta deve estraniarsi dal suo modo per poter entrare in quello dell’altro. Tutto il contrario! I suoi vissuti sono fondamentali per poter reagire alla richiesta d’aiuto in modo umano, primariamente, e come professionista che ha già sperimentato l’elaborazione.

Il suo bagaglio di essere umano e di terapeuta in costante analisi di sé stesso, consente di trovare un punto di incontro col paziente, consente una identificazione sufficiente, non sostitutiva ma supportiva e veramente empatica.

Così i bambini che si trovano nella stanza di un terapeuta-genitore vengono accolti, capiti, aspettati e letti come piccole rappresentazioni dell’io bambino dei genitori. Di conseguenza la coppia genitoriale riprende i ruoli adeguati e viene riportato il percorso sul proprio mondo. Come dire…non esiste bambino portato il terapia e lasciato in studio “da aggiustare”…il mondo inconscio del bambino è ancora fortemente correlato a quello dei genitori, si rende inevitabile dunque un lavoro su due fronti.

Il terapeuta formato a pensare, più che ogni altra cosa, deve riconoscere quali sono le corde che vibrano, quali arrivano direttamente da una storia antica di dolore personale e su quali può contare per rendere stesso uno strumento di benessere reale e concreto.