Se presupponiamo che l’ansia sia un sintomo, una spia, un campanello di allarme che ci guida verso una domanda: cosa succede dentro di me? Allora è inutile ricercarne la causa nell’immediatezza della sensazione.
I perché ragionati con la mente sono cattivi consiglieri e ci portano a rimuginare su pensieri appunto razionali che poco hanno a che fare con la vera natura della nostra ansia.
La crisi ansiogena ci sorprende senza tener conto del momento specifico che stiamo vivendo, proprio perchè risponde a logiche inconsce e quindi per definizioni alogiche e atemporali.
La cosa da fare nel momento stesso in cui ne siamo colpiti è senz’altro quella di condividere le proprie sensazioni con qualcuno che possa capirci, sostenerci e magari aiutarci ad allontanarci qualche minuto dal luogo in cui ci troviamo, se siamo in presenza di tante persone o se ci troviamo in un luogo particolare. Se siamo a casa da soli, è sempre consigliabile contattare qualcuno a cui riferire l’accaduto, per dipanare le sensazioni e consentirci di tranquillizzarci in modo totale.
Questi consigli teorici vanno ovviamente calati nel proprio contesto e ampliati con le attività o i diversivi che ognuno preferisce per se stesso.
Ricordiamoci però che quando passa quel momento non dobbiamo fare finta di niente ma approfondire la conoscenza di noi stessi attraverso un adeguato percorso psicoterapeutico.